Quando la spia dello scaldabagno elettrico non si accende la tentazione è pensare subito al guasto grave. In realtà quella piccola luce può svolgere ruoli diversi a seconda del modello e il suo comportamento non è sempre sinonimo di problema. Sugli scaldacqua ad accumulo la spia spesso indica che la resistenza sta scaldando in quel momento e rimane spenta quando l’acqua è già in temperatura o quando il termostato ha raggiunto il setpoint. Sugli istantanei entra in gioco solo con sufficiente flusso d’acqua, perché l’elettronica o il pressostato attivano la resistenza solo se c’è portata. Nei modelli più anziani la lampadina stessa può bruciarsi senza che il resto smetta di funzionare, nei più recenti un LED o un display raccontano stati differenti. Prima di aprire coperchi e toccare morsetti conviene quindi fare un giro di verifiche ragionate, con in testa due priorità: la sicurezza elettrica e la distinzione tra indicatori e vera mancanza di riscaldamento.
Capire che tipo di scaldabagno hai e che cosa segnala la spia
Il punto di partenza è identificare se stai parlando di un accumulo o di un istantaneo e, se è un accumulo, se l’indicatore segnala alimentazione generale o solo fase di riscaldamento. Un accumulo tradizionale ha un serbatoio da decine di litri, un termostato regolabile e una resistenza immersa o a secco; la spia, spesso collegata al termostato, si accende quando la resistenza è alimentata e si spegne quando la temperatura impostata è raggiunta. Se apri l’acqua calda e arriva subito bollente, il fatto che la spia sia spenta non è un sintomo di guasto, ma il segno che il termostato è “soddisfatto”. Un istantaneo, invece, non mantiene riserva ma scalda solo durante l’erogazione: la luce si accende quando il flussostato rileva passaggio d’acqua sopra una certa soglia. Se apri il rubinetto al minimo, potrebbe non attivarsi nulla e la spia restare spenta pur in presenza di alimentazione. Capire questa logica evita allarmi infondati e orienta il controllo successivo.
Verificare se il problema è l’indicatore o il riscaldamento
Prima di tutto prova la realtà più semplice: verifica se lo scaldabagno sta scaldando davvero o no. Su un accumulo atteso per un’ora o due, controlla se la temperatura dell’acqua al rubinetto sale; se è calda ma la spia non si accende mai, è verosimile che la lampadina o il LED dell’indicatore sia guasto, non il circuito di potenza. Su un istantaneo aumenta il flusso aprendo maggiormente la manopola dell’acqua calda e osserva se la temperatura cresce; se scalda senza spia, la diagnosi è simile. In questi casi la soluzione è sostituire l’indicatore, operazione semplice ma da fare a impianto disalimentato. Se invece l’acqua resta fredda e la spia non si accende mai, ha senso passare a una verifica dell’alimentazione e dei dispositivi di sicurezza.
Escludere un’interruzione di alimentazione
La mancanza di alimentazione è la causa più banale e più sottovalutata. Un interruttore magnetotermico scattato, un differenziale aperto, una spina allentata o un interruttore bipolare spento vicino all’apparecchio interrompono la linea e, di conseguenza, qualsiasi luce o display. Apri il quadro elettrico e guarda la posizione degli interruttori, ripristina con cautela eventuali scatti del salvavita e osserva se scattano di nuovo al tentativo di riaccendere, nel qual caso sospendi perché potrebbe esserci una dispersione. Se lo scaldabagno è collegato a una presa, prova l’alimentazione con un altro carico o usa una presa diversa per escludere contatti difettosi. In alcune abitazioni la linea del boiler è controllata da un orologio o da un contattore che abilita la carica solo nelle fasce di tariffa notturna; in quel caso la spia resta spenta fino all’attivazione. Un controllo sul quadro del fornitore o sull’eventuale temporizzatore chiarisce subito il dubbio.
Ripristinare la sicurezza termica del termostato
Negli scaldacqua ad accumulo c’è un dispositivo di sicurezza che interrompe la corrente alla resistenza quando la temperatura interna eccede un valore di sicurezza; è il “limit” o termostato di sicurezza. Se si innesca per un’anomalia temporanea, la spia resta spenta e la resistenza non riceve alimentazione anche se la linea è presente. Sotto il coperchio inferiore, nel vano termostato, di solito trovi un piccolo pulsante rosso o un perno da premere per il reset. Agisci solo a tensione disinserita, dopo aver chiuso l’interruttore generale e verificato l’assenza di voltaggio con un cercafase o un tester. Premi con decisione il pulsante di ripristino e richiudi il vano; riporta alimentazione e osserva se la spia torna attiva e se, dopo un po’, l’acqua si scalda. Se la protezione interviene di nuovo a breve, c’è un problema reale di surriscaldamento o di limescale che isola la resistenza: è il momento di chiamare un tecnico per una diagnosi approfondita e, probabilmente, una decalcificazione.
Controllare il termostato e le impostazioni
A volte la spia non si accende perché il termostato non “chiama calore”. Se la manopola del setpoint è al minimo o su una posizione antigelo, la temperatura dell’acqua programmata è così bassa che, in ambiente temperato, non c’è richiesta e la resistenza resta spenta. Porta temporaneamente la manopola su un valore più alto e verifica se la spia si accende. Nei modelli elettronici con display verifica ora, data e modalità operativa: se è impostata una programmazione che esclude il riscaldamento, vedrai luci spente nonostante la linea sia presente. Se c’è un orologio interno che ha perso l’ora a causa di un blackout, potresti essere “fuori fascia” senza saperlo. Un ripristino dei parametri corretti riattiva il ciclo normale.
Valutare la portata e il flussostato negli istantanei
Negli scaldabagni istantanei, che scaldano solo durante l’erogazione, la spia è spesso legata al flussostato o al pressostato di attivazione. Se i rompigetto sono intasati di calcare, se i filtri di ingresso sono ostruiti o se la pressione è scesa, il flusso potrebbe non raggiungere la soglia che fa “vedere” acqua all’elettronica. In questi casi la luce resta spenta e la resistenza non si attiva, non per mancanza di corrente ma per logica di protezione. La prova pratica è aprire l’acqua calda a fondo; se la spia si accende solo allora, il problema è la portata minima. La cura consiste nel pulire aeratori e filtri, verificare le valvole di intercettazione e, se la rete è scarsa, intervenire sull’impianto idraulico. Se anche con portata piena la luce non si accende mai e l’acqua resta fredda, l’anomalia è altrove.
Non dimenticare l’ipotesi più semplice: spia bruciata
Sui modelli più datati la spia è una piccola lampada al neon o una lampadina in serie al circuito del termostato. Questi componenti hanno una vita finita e possono bruciarsi senza che il resto del circuito ne risenta. Se il comportamento dell’acqua ti dice che lo scaldabagno sta lavorando ma la spia non si illumina mai, probabilmente il problema è solo estetico. Sostituire la lampadina è un’operazione alla portata di un elettricista e, a impianto spento, anche di un hobbista esperto, a patto di procurarsi il ricambio giusto e rispettare cablaggio e isolamento originari.
Intervenire con strumenti e prudenza quando l’acqua è fredda
Se dopo aver escluso timer, setpoint e portata e dopo aver ripristinato l’eventuale termico di sicurezza l’acqua resta fredda e la spia non dà segni, la pista da seguire è quella del circuito di potenza. A impianto disalimentato puoi accedere al vano inferiore e controllare lo stato del morsetto di alimentazione, verificare che non ci siano bruciature o ossidi, misurare con un tester la continuità della resistenza e del termostato. Una resistenza interrotta dà circuito aperto e richiede la sostituzione dell’elemento; un termostato guasto non chiude mai il contatto e impedisce l’alimentazione. Se l’impianto è protetto da differenziale che scatta quando provi ad alimentare, è possibile che la resistenza sia in dispersione verso massa, evenienza frequente quando il calcare l’ha corroso. A questo punto, se non hai esperienza con elettricità e idraulica, il passo sicuro è chiamare un tecnico: lavorare su componenti immersi in un serbatoio d’acqua senza procedure e guarnizioni nuove è rischioso.
Considerare la manutenzione straordinaria se i blocchi si ripetono
Un intervento di reset del termico o la sostituzione di una lampadina risolvono l’urgenza, ma se i blocchi si ripetono a distanza di poco tempo è un segnale che lo scaldabagno necessita di manutenzione approfondita. Il calcare accumulato sul fondo del bollitore e sulla resistenza crea punti di surriscaldamento che fanno intervenire la sicurezza, allunga i tempi di riscaldamento e aumenta i consumi. Una decalcificazione con svuotamento del serbatoio, rimozione dei sedimenti, verifica dell’anodo di magnesio e sostituzione di guarnizioni riporta l’apparecchio a condizioni di efficienza. La verifica dell’anodo, in particolare, allunga la vita del serbatoio prevenendo corrosioni che, col tempo, possono creare perdite e cortocircuiti.
Sapere quando fermarsi e chiedere aiuto
L’elettricità e l’acqua non sono una combinazione su cui improvvisare. Se in bagno senti odore di bruciato, se il differenziale scatta ripetutamente, se nel vano inferiore vedi tracce di umidità, ossidi verdi o residui bianchi sulle connessioni, se la plastica del termostato appare deformata, è il momento di interrompere i tentativi. Un professionista potrà verificare con strumenti adeguati isolamento, continuità e assorbimenti, sostituire resistenza e termostato se necessario e ripristinare il grado di protezione richiesto. Se l’apparecchio è ancora in garanzia, contattare l’assistenza ufficiale evita decadenze del diritto alla riparazione. Conservare il manuale del modello aiuta a seguire le procedure corrette e a riconoscere la funzione della spia: alcune luci, nei modelli digitali, cambiano colore per segnalare allarmi specifici e vanno interpretate secondo la legenda.
Conclusioni
Una spia che non si accende non dice tutto da sola. Può indicare che l’acqua è già alla temperatura, che la lampadina dell’indicatore è arrivata a fine vita, che un timer sta escludendo l’alimentazione, che il flusso non è sufficiente a far partire un istantaneo o, nei casi più seri, che una protezione termica è intervenuta o che la resistenza è interrotta. Procedere con ordine, verificando prima la presenza o meno di riscaldamento reale, poi l’alimentazione e i comandi, quindi la sicurezza interna, consente di distinguere il falso allarme dal guasto. Operare sempre a impianto disalimentato, non confondere il segnale luminoso con la logica del termostato e ricordare che un blocco ripetuto è un invito alla manutenzione straordinaria completano una gestione sicura. Quando i segnali diventano ambigui o quando la diagnosi porta dentro il serbatoio, fermarsi e chiamare chi ha gli strumenti giusti è la scelta che protegge persone e apparecchio.